Cambogia e Vietnam

Dai templi di Angkor Vat alla baia di Ha Long

Il viaggio, è stato effettuato con nostra figlia tra la fine del 2018 e l’inizio del 2019. La prima tappa è stata Hong Kong che abbiamo visitato aspettando la coincidenza con l’aereo successivo che ci avrebbe portato a Siem Rep


A Siem Rep resteremo qualche giorno per visitare le rovine di Angkor Vat.


Seconda tappa del viaggio, la capitale della Cambogia; giriamo a piedi tra le vie affollate di Phnom Penh, visitiamo il palazzo reale ed in periferia andiamo al famigerato Choeung Ek Memorial, uno dei “Killing Fields”, in cui il regime dei Khmer rossi trucidò migliaia di persone nella seconda metà degli anni ’70. Camminando lungo i sentieri del Memorial, si possono vedere ancora oggi, decine di frammenti d’ossa umane che spuntano dal terreno.


Da Phnom Penh, prendiamo un autobus per passare il confine con il Vietnam e fare tappa a Saigon o, come viene chiamata oggi, Hô Chi Minh City.
Avevamo letto di imbrogli degli accompagnatori locali sugli autobus turistici e per evitare fregature, avevamo già pagato la tassa vietnamita sul sito internet del governo, scaricato e stampato il visto. Poco prima di arrivare al confine, il nostro accompagnatore cambogiano, passa a ritirare i passaporti e chiede a tutti coloro che hanno un visto elettronico di mettere 20 USD nel passaporto per un’ulteriore fantomatica tassa da pagare al posto di frontiera vietnamita. Noi rifiutiamo dicendo che nel caso li daremo direttamente all’impiegato, una ragazza davanti a noi casca nell’inghippo e vediamo che il furbetto appena torna al suo posto sfila i 20$ dal passaporto della turista e se li mette in tasca. Ovviamente il visto fatto da noi via internet era il solo documento necessario per passare la frontiera tra i due paesi.
Espletate le formalità doganali, saliamo su un nuovo autobus, questa volta vietnamita e continuiamo verso la nostra destinazione odierna.


Nella vecchia capitale del Sud, oltre a gironzolare per le vie del centro faremo le visite d’obbligo nei luoghi della storia recente del paese.
Per salire verso Nord, l’aereo è il mezzo più veloce ed economico per arrivare a Danang, la nostra tappa successiva; durante la guerra anche questa città era nota per i violenti scontri tra le due fazioni.


Nuova tappa Hoi An, dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, famosa per i suoi canali, le lanterne e un ponte coperto al cui interno esiste un tempio buddista.


Eccoci poi a Hué, l’antica capitale, da qui visitiamo la pagoda Thiên Mụ in cui si può osservare l’auto usata dal monaco Thích Quảng Đức, famoso per essersi autoimmolato nel 1963 a Saigon per protestare contro la dittatura.

Viaggio notturno in treno e la mattina ci svegliamo a Tam Coc, dove faremo una classica e rilassante escursione in barca su un fiumiciattolo tra pareti di rocce ricoperte di vegetazione e piccole grotte. Le imbarcazioni sono guidate da rematori che muovono i remi con i piedi. Bellissimo il paesaggio e piacevole momento bucolico, ma il posto è molto trappola per turisti.


Ed eccoci ripartiti direzione una delle meraviglie del paese, la Baia di Halong, che però noi visiteremo partendo dalla località meno conosciuta di Cat Ba. Arrivati davanti all’hotel che avevamo prenotato, scopriamo che è chiuso per restauro, fortunatamente attraversata la strada, troviamo subito un’altra camera e ci installiamo. Contattiamo poi la nostra “agenzia” per organizzare la gita in barca nella baia, l’uso delle virgolette merita una spiegazione. Troviamo su internet il numero WhatsApp di una certa Betty, i giudizi su Tripadvisor sono ottimi, la contattiamo e ci dà appuntamento al porticciolo. Ci accoglie una ragazza tra i 25 ed i 30 anni, ci fa il suo speach in un ottimo inglese, chiede l’età di nostra figlia (16 anni), immediatamente le dice: Tu ne hai 13 ed ora stai zitta. Lei inizia a parlare con il proprietario di una barca e noi ci ritroviamo con la prenotazione per un tour privato nella famosa Baia, con pranzo a bordo e tariffa per due adulti ed una bambina. Arrivederci e vi aspetto qui domani mattina alle 8:30, un taxi, compreso nel prezzo, passerà a prendervi.
Sarà una giornata fantastica, servizio eccellente, mangeremo come dei maiali e tutto filerà alla perfezione con una spesa di quasi la metà rispetto alle agenzie ufficiali.
Piccola nota, l’agenzia di Betty è semplicemente un ottimo cellulare Samsung, un perfetto inglese e intraprendenza.


Ultima tappa, la capitale Hanoi, una bella città, molto caotica, ma con molti luoghi interessanti. Gironzoliamo come al solito per le vie del centro, visitiamo una prigione della guerra e andiamo a scattare la fotografia di rito alla ferrovia. Purtroppo perdiamo la visita al mausoleo di Ho Chi Min, dato che l’orario trovato sulla guida era sbagliato, che noi ci siamo persi per strada un paio di volte e quando arriviamo noi ormai stavano chiudendo.


Ad Hanoi finiscono le nostre vacanze, ritorneremo a casa ripassando da Hong Kong, poi Vancouver, una lunga attesa a Montréal ed in auto fino a Québec, un viaggio di ritorno infinito, ma con nella memoria dei bellissimi ricordi.