27 dicembre – Trinidad
85 km
Come è normale che sia dopo un’intossicazione alimentare, una persona è svuotata anche di energia ed è così che la nostra jefa si trascina questa mattina. Lo stomaco funziona, ma la benzina è molto poca; aggiungi la temperatura che supera abbondantemente i 30°, l’umidità da sauna, la pressione bassa ed il suo deragliatore anteriore che provoca problemi. La Princess è in piena forma ed il vecchio la segue scaricando un po’ le borse della consorte.
Il leitmotiv della giornata è pedalare lentamente e fare brevi pause con caramelle ad ogni salitella; nel pomeriggio i tre impavidi Italianos de Canadà arrivano a destinazione. I panorami sono piuttosto simili a quelli della tappa precedente, con qualche coltivazione di ortaggi, dei bananeti e, verso la fine, in riva al mare, qualche caletta da classica cartolina caraibica.
All’ingresso della città di TRINIDAD un gruppo di giovani “sgasa” con le proprie moto, evidentemente la carenza di benzina è solo per i comuni mortali. La conferma al ristorante di questa sera dove vediamo tavoli di giovani con smartphone doppio schermo, smartwatch e collanone d’oro. Sicuramente, non sono figli di ingegneri che sbucciano banane o infermiere specializzate che puliscono camere per turisti. Come disse qualcuno: Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo; il comunismo è l’esatto contrario. Pedalando su quest’isola e parlando con il suo popolo così istruito e così povero non possiamo fare altro che confermare questa osservazione.
28 dicembre – Trinidad
La giornata è dedicata alla visita cittadina, c’è la tradizionale piazza centrale con una vecchia chiesa, circondata da bei palazzi ristrutturati nei quali si intravedono mobili e lampadari d’epoca, un ricordo delle ricche famiglie che gestivano le coltivazioni di canna da zucchero e gli arrivi degli schiavi, ma che scappando dall’isola hanno abbandonato tutto. Le strade acciottolate con un susseguirsi di case a un piano dai colori sgargianti ed il tutto in cattivo stato. Su proposta di Sorab e Farah andiamo al Parque El Cubano; io, Manuela e Sorab restiamo al ristorante a ciacolare, mentre Lucrezia e Farah decidono di fare la camminata alla cascata. Durante l’attesa, inizia un temporale di stile monsonico che renderà la strada sterrata un pantano riempiendo di fango noi e le nostre bici (impossibile trovare una canna dell’acqua ed un debito adeguato…). Seconda serata con pizza, anche per chi ama i cibi esotici un sapore famigliare aiuta dopo 48 ore difficili.
Domani nuova tappa e dopodomani meteo non a nostro favore…
29 dicembre – Sancti Spiritus
70 km
La jefa si è perfettamente ripresa ed oggi pedala come ha sempre fatto. Attraversiamo la Valle de Los Ingenios, zona iscritta nel Patrimonio dell’UNESCO, una volta centro economico per la produzione della canna da zucchero grazie al lavoro di centinaia di schiavi. Superiamo paesini e paesotti, bananeti, “cipolleti”, gente a piedi, a cavallo, sul carretto, in autostop o in attesa del bus o di un passaggio dal primo mezzo che li carica in cambio di qualche pesos.
La proprietaria della casa di ieri ci ha detto che era contabile ed ora affitta camere per pagare l’università a suo figlio Manuelito, specializzando in ortopedia che stasera sarà di guardia guadagnando 0,40 € in più sul suo magnifico stipendio di 20 € al mese dei quali la metà partono per l’affitto. Come già ci ha detto qualcuno, i giovani restano a vivere con i genitori ed i nonni perché non possono permettersi altro. La considerazione costante è che il popolo cubano è cordiale, simpatico ed accogliente, ma…
Oggi primo incontro con un cicloturista, un giovane spagnolo che viaggia da solo e che è diretto alla spiaggia di Cayo Coco.
L’ingresso in città non è dei migliori, una serie di strade una più sporca dell’altra fino alla piazza centrale anche questa in parte ristrutturata. Alloggiamo in un bel palazzo di inizio ‘900 con soffitti altissimi ed arredamento dell’epoca, sicuramente un regalo della rivoluzione castrista che sequestrava le grandi proprietà per dividerle e darle al popolo.
30 dicembre – Sancti Spiritus
Causa maltempo siamo bloccati in questa città un secondo giorno, riusciamo a passare un paio d’ore girando a piedi e poi rientriamo in camera. Fortunatamente, domani dovrebbe migliorare.
31 dicembre – Santa Clara
87 km
Siamo alla nostra settima tappa cubana, ce ne dovrebbero mancare ancora due o tre prima di ritornare a Varadero. Oggi abbiamo superato i 500 km e siamo nella città del mausoleo di Che Guevara. La tappa è stata facile ed abbiamo osservato una costante delle cittadine cubane: all’entrata ed all’uscita dei paesi c’è sempre una discarica.
Ultima uscita in bici dell’anno, per pochi chilometri non siamo riusciti a superare i 10.000. Ci riproveremo nel 2024!
1 gennaio – Santa Clara
Oggi, faremo un giro alla Plaza de la Revolución per vedere la statua del Che con varie dediche e dalla parte opposta grandi cartelloni con slogan propagandistici.
Non potendo visitare il mausoleo, chiuso per festività, andiamo in direzione del treno blindato. Qui si possono vedere alcuni dei vagoni presi dai barbudos, guidati da Che Guevara, con una brevissima battaglia ricordata con enfasi dalla guida che ci apre i vagoni per farci visitare l’interno. Café al Café museo de la Revolución e poi ritorno a casa.
Un’osservazione che si può fare dopo aver girato un bel po’ dell’isola, è che abbiamo visto alcune scritte che ineggiavano Fidel, ma un’infinità in ricordo del guerrillero heroico.
2 gennaio – Colon
112 km
Oggi è il compleanno di Manuela. Avevo chiesto al nostro padrone di casa una brioscina alla cannella con una candelina ed invece si è presentato con una vera torta. Emozione della nostra jefa e partenza per quella che dovrebbe essere la tappa più lunga del viaggio. La campagna è leggermente diversa da quella attraversata fino ad oggi, vediamo qualche terreno coltivato e delle vacche al pascolo, ma ogni volta che attraversiamo un paesino, discarica all’entrata e discarica all’uscita.
Arriviamo a COLON, città di passaggio, troviamo uno solo dei cinque hostal presenti su Osmand, gMaps e Maps.me. Una volta installati, andiamo in perlustrazione per il posto in cui cenare, troviamo un solo posto aperto. Quando chiedo a che ora chiudono, la risposta è: Abbiamo 30 pizze, quando saranno finite andiamo a casa.🤦 Nonostante siano solo le 17:30, ci fermiamo per mangiare le pizze 30, 29 e 28 + la pizza 27 per il pranzo di domani!
3 gennaio – Varadero
76 km
L’hostal di ieri sera era piuttosto di base, diciamo che quando le lenzuola sono pulite e non ci sono ospiti indesiderati, tutto fa brodo. Come diceva il nostro amico nepalese Pukar: quando hai gli occhi chiusi, un cinque stelle ed una guesthouse sono uguali!
Andiamo alla panadería, per del pane fresco, ma senza tessera annonaria non possiamo comprare il pane che, per fortuna, troviamo in un negozietto vicino. Chiediamo acqua calda all’hostal, ma mi accorgo che non è stata fatta bollire, quindi la butto nel lavandino.
Si parte per l’ultima tappa, solita campagna, solito tutto, qualche paesino, pausa pranzo nella piazza di CÁRDENAS e nel primo pomeriggio siamo a VARADERO. Il primo viaggio in bici della nostra Princess è terminato in maniera eccellente, 700 km.
La morale della favola
Le cose positive dell’avventura cubana sono sicuramente: la cordialità di questo popolo, le strade con poco traffico e le pause spiaggia. Le cose negative: la monotonia del paesaggio e la situazione socio-politica.