2 maggio – Virginia Beach
Dopo solo un chilometro dal campeggio, entriamo in Virginia e siamo al nostro quinto stato.
Incontriamo due cicliste locali che ci suggeriscono un itinerario in campagna lontano dal traffico delle highway. Nei canali accanto alla strada si scorgono tartarughe di varie dimensioni, ma altrettante spiaccicate sull’ asfalto. Arriviamo velocemente in città, località turistica e conosciuta anche per la più grande base aeronavale del mondo. Facciamo un po’ di chilometri sulla ciclabile lungomare, all’ombra di una fila ininterrotta di alberghi e sopra la nostra testa il rumore continuo dei caccia. Gli ultimi chilometri saranno fatti sul sentiero che attraversa il First Landing State Park, una oasi urbana. A pochi passi dalla spiaggia, eccoci a casa di Diane che ci ospiterà per ben due notti permettendoci una giornata di riposo.
Diane ci ha lasciato le indicazioni per entrare in casa, lei è in giro in bici e tornerà domani. Ci stupisce sempre l’incredibile spirito di accoglienza e la fiducia dei nostri ospiti Warm Showers.
3 maggio – Virginia Beach
Dopo un mese di viaggio, finalmente, ci prendiamo una vera giornata senza bici. La mattina ce ne stiamo un paio di ore in spiaggia con un bel sole ed un venticello piacevole.
Tornando a casa passismo da un negozio di bici per comprare lo sgrassatore per pulire la nostra catena che è in uno stato pietoso e chiedo anche se hanno uno spray anti-cane per rimpiazzare quello che Air Canada mi ha sequestrato (ammesso dalla TSA, ma a Quebec hanno deciso altrimenti).
Nel pomeriggio arriva la nostra padrona di casa che accompagneremo allo zoo cittadino per la serata Bike Night. Diane è responsabile dell’organismo Spinclusion, un’associazione che porta a passeggio anziani e handicappati su biciclette adattate.
Putroppo il tepore della mattina è sparito e questo pomeriggio siamo passati a 14 gradi, un gelo! Tornati a casa, cena con scambio culturale di ottimi ravioli all’ italiana in cambio di un paio di birre IPA artigianali.
4 maggio – Onley, VA
Indossati maglioncino e giacchetta che terremo per tutto il giorno, ci dirigiamo verso il casello del ponte-tunnel che attraversa la Chesapeake Bay. Attendiamo il nostro autista che carica le bici su un pickup, e dopo 40 minuti e circa 28 km, ci porta dall’altra parte della baia pagando una miseria. Servizio ottimo!”
Pedalando lungo una strada di campagna vicino a un gruppo di case, un grosso cane parte improvvisamente all’attacco senza abbaiare. Il provvidenziale acquisto di ieri viene messo alla prova: Manuela impugna il suo clacson da nautica da oltre 100 decibel, mentre io utilizzo il mio nuovo repellente per cani. Senza rallentare, aspettiamo che il cane si avvicini a un paio di metri e come veri snipers entrambi colpiamo, annientando il nemico. I nostri polpacci sono salvi e il cane non subirà conseguenze grazie allo spray specificamente approvato dai veterinari.
Il vento continua a soffiare forte e sarà contrario per l’intera giornata, rendendo difficile trovare la motivazione per pedalare, soprattutto considerando che il paesaggio circostante non offre molta ispirazione. Attraversiamo una zona rurale, con una serie di piccoli paesini anonimi che si sono sviluppati lungo una ferrovia ormai in disuso. Dopo una ventina di chilometri sulla US-13, con qualche veicolo che ci sorpassa troppo da vicino, raggiungiamo il nostro albergo. È una tappa qualunque, tra quelle da dimenticare, avventura “canina” a parte.
5 maggio – Ocean City, MD
Cielo molto grigio, ma la temperatura è più accettabile rispetto a ieri. Iniziamo a pedalare in campagna su stradine sperdute, incrociando pochissime auto. Il paesaggio è diverso da quello dei giorni scorsi lungo la costa, qui attraversiamo campi coltivati e qualche fattoria. In generale la zona sembra piuttosto povera con tante case mobili e altre abitazioni talmente sgarrupate che sembrerebbero abbandonate.
Passiamo il confine con il Maryland su una stradina quindi niente cartello di benvenuto nel nuovo stato, ma solo una riga bianca a terra ed il cambio del colore dell’ asfalto. Arriviamo a Pocomoke City e, considerando che oggi è domenica, ci arrischiamo a prendere la hwy US-113. Saggia decisione, asfalto bello, shoulder di oltre 3 metri e venti chilometri in meno. Oggi un po’ più di 100 km, zero traffico, nessun inseguimento di cani e domani si ritorna sul mare.