USA East Coast – 6

2 maggio – Virginia Beach

Dopo solo un chilometro dal campeggio, entriamo in Virginia e siamo al nostro quinto stato.

2212 km

Incontriamo due cicliste locali che ci suggeriscono un itinerario in campagna lontano dal traffico delle highway. Nei canali accanto alla strada si scorgono tartarughe di varie dimensioni, ma altrettante spiaccicate sull’ asfalto. Arriviamo velocemente in città, località turistica e conosciuta anche per la più grande base aeronavale del mondo. Facciamo un po’ di chilometri sulla ciclabile lungomare, all’ombra di una fila ininterrotta di alberghi e sopra la nostra testa il rumore continuo dei caccia. Gli ultimi chilometri saranno fatti sul sentiero che attraversa il First Landing State Park, una oasi urbana. A pochi passi dalla spiaggia, eccoci a casa di Diane che ci ospiterà per ben due notti permettendoci una giornata di riposo.

Diane ci ha lasciato le indicazioni per entrare in casa, lei è in giro in bici e tornerà domani. Ci stupisce sempre l’incredibile spirito di accoglienza e la fiducia dei nostri ospiti Warm Showers.

3 maggio – Virginia Beach

Dopo un mese di viaggio, finalmente, ci prendiamo una vera giornata senza bici. La mattina ce ne stiamo un paio di ore in spiaggia con un bel sole ed un venticello piacevole.

Verso la spiaggia con attrezzatura d’ordinanza
Vita da pensionati

Tornando a casa passismo da un negozio di bici per comprare lo sgrassatore per pulire la nostra catena che è in uno stato pietoso e chiedo anche se hanno uno spray anti-cane per rimpiazzare quello che Air Canada mi ha sequestrato (ammesso dalla TSA, ma a Quebec hanno deciso altrimenti).

Nel pomeriggio arriva la nostra padrona di casa che accompagneremo allo zoo cittadino per la serata Bike Night. Diane è responsabile dell’organismo Spinclusion, un’associazione che porta a passeggio anziani e handicappati su biciclette adattate.

I due anziani allo zoo con Diane

Putroppo il tepore della mattina è sparito e questo pomeriggio siamo passati a 14 gradi, un gelo! Tornati a casa, cena con scambio culturale di ottimi ravioli all’ italiana in cambio di un paio di birre IPA artigianali.

4 maggio – Onley, VA

Indossati maglioncino e giacchetta che terremo per tutto il giorno, ci dirigiamo verso il casello del ponte-tunnel che attraversa la Chesapeake Bay. Attendiamo il nostro autista che carica le bici su un pickup, e dopo 40 minuti e circa 28 km, ci porta dall’altra parte della baia pagando una miseria. Servizio ottimo!”

Pedalando lungo una strada di campagna vicino a un gruppo di case, un grosso cane parte improvvisamente all’attacco senza abbaiare. Il provvidenziale acquisto di ieri viene messo alla prova: Manuela impugna il suo clacson da nautica da oltre 100 decibel, mentre io utilizzo il mio nuovo repellente per cani. Senza rallentare, aspettiamo che il cane si avvicini a un paio di metri e come veri snipers entrambi colpiamo,  annientando il nemico. I nostri polpacci sono salvi e il cane non subirà conseguenze grazie allo spray specificamente approvato dai veterinari.

Come dice la pubblicità: Usato dai postini del U.S. Postal Service da più di 30 anni

Il vento continua a soffiare forte e sarà contrario per l’intera giornata, rendendo difficile trovare la motivazione per pedalare, soprattutto considerando che il paesaggio circostante non offre molta ispirazione. Attraversiamo una zona rurale, con una serie di piccoli paesini anonimi che si sono sviluppati lungo una ferrovia ormai in disuso. Dopo una ventina di chilometri sulla US-13, con qualche veicolo che ci sorpassa troppo da vicino, raggiungiamo il nostro albergo. È una tappa qualunque, tra quelle da dimenticare, avventura “canina” a parte.

5 maggio – Ocean City, MD

Cielo molto grigio, ma la temperatura è più accettabile rispetto a ieri. Iniziamo a pedalare in campagna su stradine sperdute, incrociando pochissime auto. Il paesaggio è diverso da quello dei giorni scorsi lungo la costa, qui attraversiamo campi coltivati e qualche fattoria. In generale la zona sembra piuttosto povera con tante case mobili e altre abitazioni talmente sgarrupate che sembrerebbero abbandonate.

Passiamo il confine con il Maryland su una stradina quindi niente cartello di benvenuto nel nuovo stato, ma solo una riga bianca a terra ed il cambio del colore dell’ asfalto. Arriviamo a Pocomoke City e, considerando che oggi è domenica, ci arrischiamo a prendere la hwy US-113. Saggia decisione, asfalto bello, shoulder di oltre 3 metri e venti chilometri in meno. Oggi un po’ più di 100 km, zero traffico, nessun inseguimento di cani e domani si ritorna sul mare.

Welcome yo Maryland

USA East Coast – 5

24 aprile – Carolina Beach State Park

Oggi tappa corta con un eccellente temperatura per pedalare. Per arrivare al traghetto di Cape Fear (forse qualcuno ha visto il thriller del 1991 con Robert De Niro, Nick Nolte, Jessica Lange, la casa dell’avvocato era proprio qui) ci sono circa 50 km, alla partenza incontriamo Mike un ciclista di St. Louis che va come un treno, facciamo la traversata di mezz’ora assieme e poi lui parte per Wilmington, mentre noi ci fermiamo dopo soli 15 km in un bel campeggio di un parco statale.

25 aprile – Surf City, NC

Torna il caldo, il vento contro ed un bel pezzo di strada trafficata. Attraversiamo  Wilmington, una città portuale di circa 100mila abitanti. Seguiamo il percorso suggerito per le bici che zigzaga tra quartieri molto diversi : nuovissimi, decisamente poveri, con belle case storiche e una zona industriale vicino al fiume Cap Fear. Faremo più chilometri, ma è il solo modo per evitare il più possibile la solita US-17. Questo pomeriggio siamo contenti di attraversare l’ennesimo ponte che ci porta sulla Topsail Island nella località turistica di Surf city, perché usciamo dal casino della hwy e saremo ospiti di Eric, un insegnante di inglese gentilissimo, che ci accoglie nella suo appartamento con vista oceano. Una bella serata trascorsa a chiacchierare del più e del meno e cena con ravioli all’astice made in Italy by Rana.

26 aprile – Carteret, NC

Come d’accordo, Eric ci mette alla porta alle 7 di mattina e cominciamo a pedalare con 14° ed un cielo grigio; fortunatamente, dopo meno di 20 km ci fermiamo dal solito McDonald’s per un caffè caldo.

Oggi passeremo vicino al Camp Lejeune, un’immensa base (una volta e mezza Milano) del corpo dei Marines; non potendo attraversarla dovremo farne il giro su un tratto di pista ciclabile. Jacksonville è una città che dipende economicamente dalla presenza dei militari, a volte fino a 100.000 persone. Lungo la strada ci fermiamo al memoriale dedicato ai caduti della II guerra mondiale e del Vietnam, impressionante il muro di vetro con incisi i nomi dei caduti.

Questa notte alloggeremo in un hotel vicino al ponte che domani ci porterà sull’ Emerald Isle, un bel posto di mare dove avevamo trascorso le vacanze in camper qualche anno fa con la nostra allora bimba.

27 aprile – Otway, NC

Emerald Isle, è una striscia di terra parallela alla costa, una lunga ininterrotta spiaggia di sabbia dal lato dell’oceano. La ciclabile di una trentina di chilometri passa a lato della strada principale, ma noi preferiamo passare dalla strada che permette l’accesso al mare. A destra e a sinistra una serie di casette, villette e condomini. Belle, brutte, nuove e vecche, sono quasi tutte residenze per le vacanze, quelle sulla destra hanno spesso accesso privato diretto al mare. La costa Est degli USA è totalmente sabbiosa dalla Florida a New York dove si può trovare finalmente qualche scogliera, come la riviera adriatica per circa 2.500 km.

Spiagge a Emerald Isle

Finita l’isola ci aspettano tre ponti, il secondo veramente stretto (sarebbe consigliabile farlo a piedi sul piccolo marciapiedi). Prima di arrivare al traghetto per le Outer Banks, questa notte sosta in un campeggio a metà strada. La vecchia megera, che al telefono sembrava un uomo, ci accoglie con sigaretta in bocca e ci chiede 30 $ in contanti, naturalmente senza fattura, i cessi sono un vero cesso, sporchi e vecchi. La zona è invasa da micro moscerini e zanzare che ci mangeranno vivi.

28 aprile – Cedar Island

Abbandoniamo con piacere l’ignobile campeggio e partiamo in direzione del prossimo che sarà accanto alla partenza del traghetto di domani. Oggi siamo su un tratto di strada per noi tra i più belli fatti fino ad ora in questo giro; a destra e sinistra acqua, sterpaglie e traffico quasi nullo dato che ci sono solo tre traghetti al giorno e la strada finisce al pontile. Questa zona è scarsamente popolata e molte case sono anche state abbandonate dopo un uragano molto distruttivo nel 2011. Dove potersi sedere un po’ all’ ombra per bere il nostro thermos di caffè? Sui gradini di una chiesa Battista.

Cedar Island

Siamo quasi al campeggio e c’è un piccolo incidente. Per chi non conoscesse il video “Do veto ‘more” ne consiglio la visione è molto eloquente.

‘more si è distratta…
…e l’impronta è stata fatta

Comunque, l’unica ferita è stata all’orgoglio ed un polso indolenzito.

29 aprile – Waves, NC

Oggi il traghetto parte alle 7:30 quindi ci si sveglia presto per poter smontare la tenda,  preparare un thermos di caffè per fare colazione durante le oltre due ore di navigazione  e presentarci all’ imbarco in tempo.

Traghetto verso Ocracoke

Arrivati ad Ocracoke sosta per rifocillarsi in un mini‐supermercato e poi ripartiamo alla ricerca di una panca all’ombra per pranzare prima di riprendere un secondo traghetto. La panca la troviamo ancora dietro una chiesa Battista,  poi via in direzione del farò di Cape Hatteras per la foto di rito della mia collezionista di fari.

Peccato che oggi non si possa vere nulla dato che la struttura è nascosta dalle impalcature dei lavori di restauro.

Continuiamo a pedalare su queste strisce di terra o meglio lunghe barriere di dune di sabbia circondate dall’ oceano dove le case sono tutte costruite su piloni. Arriviamo allo stesso campeggio di 10 anni fa, la proprietaria di oltre settant’anni è sempre la stessa, ma noi siamo attrezzati diversamente… le foto del prima e dopo spiegheranno tutto.

Volevamo fare una giornata di riposo, ma il vento ci spinge (nel senso letterario della parola) a continuare, quindi domani niente cazzeggio ed ancora in sella.

30 aprile – Point Harbor, NC

Il vento è diminuito, ma ancora presente; oggi saranno 75 km ed il caldo è tornato. Arriviamo a destinazione abbastanza lessati, dopo aver attraversato ponti lunghissimi e mangiato un po’ di sabbia. Questa sera saremo ospiti di Nicholas e Dawn (Warm Showers) che ci fanno piantare la tenda nel loro grande giardino affacciato sulla laguna Currituck Sound III. Ci verrà servita anche un’ ottima cena sulla terrazza di casa. La giornata di oggi ci fa apprezzare ancora di più la scelta di aver voluto pedalare sugli Outerbanks e non all’interno. Per domani si deciderà cosa fare, la truppa ha bisogno di riposare.

1 maggio – Knotts Island

Dopo una buona colazione preparataci dai nostri ospiti, partiamo per Knotts Island. Ieri sera abbiamo avuto il piacere di conoscere un’altra coppia di persone molto ospitali  con i quali abbiamo chiacchierato sul modo di vivere, sulla mentalità del volersi arricchire ad ogni costo, sulla famiglia ed i viaggi. Riconfermato che la comunità dei ciclisti-viaggiatori è veramente diversa, più aperta alla diversità, allo scambio di idee e con meno paranoie.

Ciclisticamente, la tappa di oggi era abbastanza noiosa, in parte su una highway trafficata. Per fortuna tappa corta, con una sosta intermedia per aspettare l’ennesimo traghetto e con sprint finale di 15 chilometri per riuscire a montare la tenda scappando da un temporale; siamo riusciti a non bagnarci.

Il traghetto per Knotts Island
…ed il campeggio

USA East Coast – 4

20 aprile – Charleston

Dopo un pomeriggio di riposo ed una notte in un buon letto, si riparte per un centinaio di km, praticamente sempre sulla US-17. Ci avevano detto che era trafficata, ma non c’è alternativa. In effetti la giornata non sarà piacevole, per il traffico o per il nulla?

La US-17, un corridoio di asfalto e niente altro

Una ventina di chilometri con poco traffico, poi altri 20, 30, 40 con molto traffico. Superiamo un pickup della manutenzione strade, un ragazzo ci urla: Attenti al traffico… e agli alligatori.  Sarà la solita battuta per i turisti, ma dopo qualche chilometro passiamo accanto ad un piccolo alligatore di una sessantina di centimetri spiaccicato da un’auto, troppo pericoloso fermarsi a fotografarlo, dovete crederci sulla parola. Stiamo pedalando a fianco di immense paludi, quindi speriamo non ne escano altri.

Arriviamo a Charleston e ci dirigiamo alla marina, il nostro cortese ospite è un ingegnere originario della città di Québec che da anni ha deciso di abbandonare il Canada e adesso vive sulla sua barca a vela di 15 metri. Discutendo del più e del meno con lui, scopriamo un’altra chicca sulla cultura media degli statunitensi. Il nostro top fino ad oggi era un’intervista fatta a degli studenti di Harvard che non sapevano quale fosse la capitale del Canada. Quando un vicino di casa ha saputo da dove veniva, ha chiesto a Patrick se il Canada fosse a Nord o a Sud… per fortuna che gli USA sono un paese con solo 2 confini…no comment.

Una tipica single house di Charleston, SC

Usciamo a cena facendo una lunga passeggiata nel centro storico con Patrick che ci fa da guida turistica nella holy city.

21 aprile – Georgetown, SC

Dopo aver passato la notte cullati nella cabina della barca, ci svegliamo con un bel cielo grigio che ci preannuncia una giornata umida. Riattraversiamo il centro storico di Charleston con le belle case dall’architettura e colori particolari, prima di affrontare una bella salita sul ponte Arthur Ravenel dal quale possiamo ammirare la penisola della città. Una deviazione in un quartiere residenziale ci fa evitare il traffico della US-17 per una ventina di chilometri e poi con un leggero vento contrario e la pioggia arriviamo a a Georgetown dopo 112 km.

Arthur Ravenel Jr. Bridge

Qualche riflessione sulle strade della Carolina del Sud: si vedono quasi più chiese che stazioni di servizio (…God, Country, Guns…), le strade sono molto poco bike friendly, il poco rispetto per l’attuale presidente Biden sempre preso in giro nei numerosi cartelli pubblicitari pro Trump, come un furgone decorato con una grande foto di Biden vicino a quella di un teschio.

22 aprile – Myrtle Beach

È piovuto tutta la notte e questa mattina usciamo dalla camera con 14°, c’è chi si mette i pantaloni lunghi, ma entrambi partiamo con la giacca antivento.

Pubblicità politica USA ovunque

Dopo aver superato un ponte cercando di restare in piedi a causa di un vento di intensità patagonica, procediamo sulla US-17 Business, spesso su piste ciclabili e su strade residenziali, una giornata tranquilla dopo molto tempo malgrado il vento contrario. Pausa pranzo sulla spiaggia con power-nap (una pennichella in italiano antico) e poi ci dirigiamo verso Myrtle Beach a casa della premurosa famiglia che ci ospiterà questa sera. Il bel quartiere residenziale in cui vivono ha tutti nomi di vie di località italiane. Loro vivono in Lazio, siamo passati da Montalcino, Lombardia, Viareggio, Tuscany, Grosseto…ci sentiamo a casa!

C’è sempre qualche *** che approfitta degli indifesi che dormono
Surfside Beach

23 aprile – Shallotte, NC

Bella serata a casa di Zander e Kai, una coppia adorabile che ci ospita con Archie, il loro bimbo di 18 mesi e 2 bei gattoni. Cena preparata da Manu e un bottiglia di vino Malbec da bere in compagnia. Riceviamo nuovi punti di vista sulla vita e la politica in USA e nel resto del mondo, parliamo di figli e figlie.

Abitanti di Myrtle Beach

Oggi i chilometri non sono molti, la prima trentina sono pedalati in quartieri residenziali, quasi tutti costruiti su vecchi terreni da golf (sport molto praticato da queste parti), poi qualche chilometro sulla solita highway 17 per biforcare su strade secondarie che attraversano varie località com il nome “…Beach“, ma non vedremo mai l’oceano, solo tanti laghetti ed il conosciuto canale Intracoastal Waterway.

Siamo al supermercato e stiamo mettendo la spesa nelle borse, l’addetto ai carrelli ci chiede se stiamo facendo un lungo viaggio e vuole dettagli sul percorso. Ad ogni frase esclama “Siete fantastici”, poi, come se fosse un’ evidenza, ci chiede se siamo armati e rispondendogli negativamente, ci dice di stare attenti perché “…gli americani sono pazzi…io oggi non ho la mia arma perché sono al lavoro, ma quando viaggio porto sempre la mia P38 o la calibro 9”. Comunque, Stay safe e…Amen!

Ed oggi siamo entrati in North Carolina.

USA East Coast – 3

13 aprile- St. Augustine

Gli incontri Warm showers si stanno rivelando, come speravamo, un modo piacevole per conoscere meglio la cultura e le abitudini di un paese. Dobbiamo ammettere che all’inizio eravamo un po’ scettici sull’efficacia del “sistema” di questa ONG, ma fino ad oggi abbiamo fatto belle esperienze come il nostro host di ieri con il quale abbiamo potuto chiacchierare, nonostante i suoi impegni personali, nel suo gradevole giardino.

Tomoca State Park

Il percorso di oggi sarà in parte lo stesso di due anni fa per il Southern Tier, con una bella variante suggeritaci da Stephen, il passaggio dal Tomoca State Park, una trentina di km tranquilli in una fitta foresta di querce e camerus. Poche auto ed un tunnel verde fino alla FL100 che ci riporta sulla A1A in riva al mare.

Da qui riconosciamo alcuni scorci fino a St. Augustine Beach, stessa spiaggia, stesso mare e notte anche nello stesso hotel.  Domani passaggio dal Bridge of Lions che ci darà accesso alla più vecchia città americana.

No comment…

14 aprile – Jacksonville, FL

Il centro storico di St.Augustine è caratteristico, ben mantenuto nella sua architettura spagnola, giriamo tra i vicoletti la mattina presto quando non è ancora invaso dai turisti domenicali. Poi si pedala quasi sempre sul A1A, la shoulder è buona e non ci sono pericoli. Rispetto ai giorni precedenti, la sabbia delle spiagge è più fine e grigia. Oggi faremo sosta caffè e pranzo in due parcheggi di accesso alle spiagge, qui sono quasi sempre dotati di WC, tettoie con tavoli per riposare all’ombra.

La tappa odierna finirà a casa di Dan, un host WS, orgoglioso delle sue origini italiane, chef e maestro birraio, che ha lavorato in un ristorante “stellato” di Washington DC. In gioventù ha attraversato in maniera avventurosa e poco ortodossa il Nord America e vissuto vari anni in Europa. Nessuno stress per Manuela che ha cucinato una pasta alla carbonara allo chef.

Dan

15 aprile Kingsland, GA

Dopo pochi chilometri un po’ troppo trafficati arriviamo al traghetto di Mayport, solo qualche minuto per attraversare la foce del fiume St. Johns, il fiume più lungo della Florida. I nostri amici pellicani ci osservano dal molo e non sembrano infastiditi dal va e vieni delle barche.

Mayport

Il Little Talbot State Park lo attraversiamo su ciclabile, poi è la volta di Fernandina Beach, che è nella lista delle più belle zone della Florida.

Little Talbot State Park

Un fu** you rivoltoci da due giovani su un pickup perché abbiamo rallentato la loro corsa di qualche secondo visto che la strada in brevissimo tratto non aveva la corsia di emergenza. Pausa pranzo all’ombra di una tettoia di una chiesa presbiteriana; siamo in mezzo al nulla, bisogna ingegnarsi. Oggi l’umidità ci fa veramente faticare, ma quasi a destinazione superiamo il confine tra Florida e Georgia prima di arrivare in campeggio.

Notte al fresco con moscerini e zanzare che ci tormentano fin dall’inizio.

16 aprile – Darien, GA

Come mettiamo il naso fuori dalla tenda, ricominciamo a scacciare moscerini e zanzare. Ritorniamo sulla US -17 e pedaliamo per circa 30 km su un rettilineo. La classica strada che vorresti dimenticare, unico punto positivo gli alberi alla nostra destra che ci regalano una bella ombra.  Fino a qui, questa parte della Georgia è piuttosto monotona dal punto di vista paesaggistico, possiamo dire un enorme acquitrino.

Arriviamo a Darien dove siamo ospiti WS nella casa isolata nel bosco di Fred e Renée con i quali andremo a cena in un ristorante che offre una menù a base di pesce locale: gamberetti e granchio. Nel canale sotto la terrazza vediamo due occhi spuntare dall’acqua, aspettiamo un paio di minuti e “l’amico” si mostra meglio: il nostro primo coccodrillo!

17 aprile – Savannah, GA

Nonostante il cielo sia velato fa già caldissimo e non è piacevole pedalare. Attraversando un ponte per superare l’ennesimo stagno-fiume-canale, ci viene in mente quanto Fred ci ha raccontato dell’ inseguimento di un ladro da parte della Polizia locale. Arrivato ad un posto di blocco, il ladro abbandona l’auto e si mette a correre verso l’entroterra. La polizia invece di inseguirlo, si siede commentando: In meno di un’ora sarà di ritorno, ci penseranno i coccodrilli od i serpenti o gli insetti”. Il ladro  è  riapparso dopo nemmeno 15 minuti! Pensiamo anche a quello che accadeva agli schiavi che cercavano la libertà fuggendo…

I chilometri passano, e dalla mia lista di canzoni del giorno parte “L’Amérique pleuredel gruppo québécois “Les cowboys frigants“. Proprio mentre siamo vicini ad un’uscita della Interstate ninety-five non possiamo fare altro che condividere il testo della canzone. Continuiamo verso nord, il caldo, il traffico e le punture di zanzare non aiutano, ci compriamo due piatti surgelati e ci chiudiamo nella camera di un hotel lungo la strada a dormire.

18 aprile – Savannah

Dobbiamo affrontare circa 30 chilometri di strade molto trafficate per raggiungere il centro della città di Savannah. In periferia la città è abbastanza squallida,  attraversiamo quartieri molto poveri prima di arrivare nel centro storico. Passiamo il pomeriggio a scoprire le caratteristiche stradine acciottolate, le belle e signorili case storiche, la passeggiata lungo il river ed approfittiamo delle panchine nelle piazzette ombreggiate dalle maestose querce coperte di muschio. Che delusione hanno tolto la panchina di Foresta Gump…ma noi abbiamo fatto ugualmente la foto. 

La chiesa di San Giovanni Battista

Alle 17 siamo da Robert, fotografo professionista, un WS che vive in centro in una classica vecchia casa. Ancora un’ottima accoglienza e ci troviamo anche la cena pronta a base di tacos.  La serata finisce come al solito con scambi di opinioni su paesi visitati e progetti futuri.

19 aprile – Yamassee, SC

Su consiglio di Robert prendiamo il traghetto che ci porta fuori città evitando un  trafficatissimo ponte e poi ci dirigiamo sulla US-17, unica strada oltre alla highway US-95.

Su traghetto
Talmadge Memorial Bridge

Ci ritroviamo in una zona di lavori stradali senza shoulder e piuttosto trafficata, la classica strada che noi definiamo: Ti ho amato tanto e ricordati, non fiori ma opere di bene. Fortunatamente, dopo circa 20 km, la maggior parte del traffico passa sulla US-95 e noi continuiamo sulla stessa strada fino a destinazione, monotona, ma questa volta con pochissimo traffico. Quando ci fermiamo al cartello del confine di stato della Carolina del sud sembra di essere in un forno talmente fa caldo. Ls solita breve sosta in un piccolo supermercato in cui si parla esclusivamente spagnolo e poi è la volta dell’hotel, nessun campeggio in vista per tende anche da queste parti.

E due fatti!
Cartellone pubblicitario nella Bible Belt

USA East Coast – 2

7 aprile – Hollywood, FL

Dopo una abbondante colazione in albergo, con l’addetta al servizio che parlava solo in spagnolo, si parte verso Miami Beach. Inizialmente pedaliamo sul Dade Trail che corre vicino ad una strada preferenziale per gli autobus. La lingua che sentiamo parlare agli incroci è sempre lo spagnolo, come anche in spagnolo sono le pubblicità sui cartelloni a bordo strada. Piccola considerazione su chi vorrebbe rispedire a casa tutti i latini, ma chi pulirebbe le case, le camere degli alberghi, chi taglierebbe l’erba o raccoglierebbe le famose arance della Florida?

Welcome to Miami

Arriviamo ai grattacieli di Miami, oggi è domenica e non c’è traffico, possiamo quindi goderci il paesaggio urbano e pedalare con il naso all’ in sù per osservare l’architettura di questa città dove tutto è a dismisura.

L’ architettura è carina e ricercata, ma se non ci fosse l’accesso al mare anche Miami sarebbe simile ad altre città USA. Dopo aver attraversato l’ennesimo ponte con vista su file di immensi e lussuosissimi yacht ci ritroviamo a Miami Beach. Per km zigzaghiamo tra bici e pedoni sul sentiero perfettamente pavimentato lungo la spiaggia. Qui non si sente più parlare lo spagnolo ma spesso l’italiano. Perché ci domandiamo? Ovvio! Perché venire qui è trendy, ci viene anche il Fedez…

Le spiagge di Miami Beach

Le Ferrari, Maserati, Rolls Royce e Bentley si sprecano, come anche l’esposizione di chirurgie estetiche non sempre discrete e della pacchianeria all’ennesima potenza. Noi invece, dopo essere passati sotto una, due, tre Trump Tower, giriamo a sinistra ed arriviamo da Jeff il nostro primo Warm Showers. Jeff affitta le camere di casa sua e dorme in una tenda in giardino. Cena italiana preparata dalla mia dolce metà, grandi ciacole di viaggio e questa sera dormiremo nel suo capanno adibito a sala musicale e garage per bici. Niente cinque stelle per noi ma un incontro che solo chi viaggia come noi può fare. Grazie Jeff, speriamo che le nostre strade si incrocino ancora e che tu possa continuare a vivere nel modo che preferisci. Sei una persona unica.

Jeff

8 aprile – Lake Worth, FL

Dopo un’ottima notte si riparte verso quella che sarà la nostra seconda destinazione Warm Showers: Lake Worth.

La giornata comincia con dei giri poco interessanti per evitare l’aeroporto di Fort Lauderdale e poi si arriva in una Rimini con dei casermoni stile HLM della periferia Parigina. La situazione però cambia velocemente con il riapparire sulla strada delle esclusive supercar. Scopriamo che il nostro Palladio aveva lavorato anche in Florida, passiamo in parte a ville con colonne doriche, con stili da Via col vento, neo-classiche o neo-kitsch. L’elogio all’opulenza e, spesso, al cattivo gusto, la perfezione dei giardini ci affascinano quanto ci fanno sorridere le parti di finta erba a bordo strada.

Arriviamo a casa di Jean-Marc, un belga che vive qui da una trentina di anni. Ex-triatleta, gestore di appartamenti, manager IT, inventore di gadget da corsa (Fitly) e di curiosissimi estintori personalizzati, geniale! Oltre ad offrirci una comoda notte in casa, con sorpresa ci viene anche preparata una eccellente cena a cui seguirà un’abbondante colazione. Senza dimenticare la piacevole conversazione che ci ha fatto andare a dormire a ore non consone per dei cicloviaggiatori affaticati.

9 aprile – Stuart, FL

Lasciato anche il nostro premuroso ospite, oggi è la volta delle ville di West Palm Beach e poi di Jupiter Island, ancora più ricche di quelle di ieri e del passaggio davanti all’ingresso di Mar-a-Lago. Girando l’occhio verso una immensa proprietà rosa dove sventola un’ altrettanto immensa bandiera americana ci diciamo che è la classica pacchianata, e solo dopo pochi kilometri durante una sosta ci viene in mente che JM ci aveva detto che saremmo passati davanti alla casa di Donny proprio oggi. Indovina che cosa era la casa kitsch? Mar-a-Lago!

Non ragioniamo di lor, ma guarda e passa, diceva qualcuno. Noi ci facciamo la pausa pranzo vicino ad una bella spiaggia, peccato non poter rinfrescarci tuffandosi in acqua, da quando siamo partiti sventola sempre bandiera rossa. Riusciamo anche ad incontrare i nostri amici di Québec, Louise e Paul, che sono qui in vacanza. Un bel modo per terminare una bella giornata.

Pausa pranzo all’ombra

Negli ultimi due giorni abbiamo pedalato lungo le spiagge e i quartieri più esclusivi della Florida, il panorama? Bellino, ma facendo il verso ad un vecchio ritornello che sentivamo ogni volta che obbligavamo nostra figlia “la Princess” a camminare nei boschi vicino a casa (betulle e abeti, abeti e betulle… Rocce) qui potremmo dire: palme e sabbia, sabbia e palme… Bentley! Per i nostri gusti, niente a che vedere con le spiagge ben più selvagge della California.

10 aprile – Melbourne, FL

Risveglio con un bel vento sostenuto e finalmente da dietro, la gioia massima per ogni ciclista.

Pellicano

Raggiungeremo la destinazione di oggi dopo 126 km a 23 kmh di media. Le gambe vanno bene, le chiappe molto male…e lo sguardo sempre girato a destra verso le spiagge e l’oceano. Si segue sempre la strada A1A che passa sulla serie di isole parallele alla terra ferma, l’unico dislivello sono il su e giù dei ponti.

Bellezze in spiaggia

Panorama simile a quello dei giorni passati.

11 aprile – Titusville

Oggi richiedo una tappa corta, sono diversi giorni che pedaliamo, sono un po’ stanco e nel pomeriggio Windy prevede un temporale (che in effetti accadrà).

Anche oggi il canale che ci divide dall’ oceano è un susseguirsi di belle case, alcune moderne altre storiche, ognuna con il suo molo privato. Essendo però meno sontuose di quelle dei giorni precedenti, fuori a tagliare l’erba, meno verde e  non perfetta, non ci sono numerosi operai ma il proprietario.

Tappa non molto entusiasmante, capita sempre in un lungo viaggio, non lamentiamoci.

13 aprile – Port Orange

Due anni fa avevamo dormito in un campeggio di questa cittadina, quest’anno sarà a casa di Stephen, un altro Warm Showers. Quando lo contattiamo ci risponde che arriverà dopo di noi, ma che la porta di casa sarà aperta, le lenzuola cambiate ed il frigo pieno. Fate come a casa vostra.

Ed in effetti così sarà, bisogna dire che la fiducia di certe persone è notevole. Peccato che il mondo non sia così ovunque, si vivrebbe meglio e con più rispetto.

Ciclisticamente gli 80 km di oggi sono stati i migliori dall’inizio del viaggio, tre quarti della giornata li abbiamo passati su una ciclabile utilizzata in parte anche due anni fa all’inizio del nostro Southern Tier. Panorama monotono, ma molti incontri “animaleschi” e lontani dal brusio del traffico.

USA East Coast – 1

2-3 aprile

Québec – Key West

Ore 3:30 un solerte funzionario della sicurezza aeroportuale mi sequestra lo spray anti-cane dalla scatola-valigia. Lo spray è approvato dalla TSA ma non da Air-Canada che nel suo regolamento dice di seguire le regole della TSA…mistero….

Ore 7:05 Volo Quebec – Montreal – Fort Lauderdale, FL.

Ore 14:00 usciamo dal parcheggio del noleggio auto con il nostro Dodge Ram Laramie 3.6 l, per la prima volta seduti su un immenso truck.  Oggi non dovremo litigare per caricare in auto le scatole delle bici e partire in direzione di Key West, il punto più meridionale degli Stati Uniti.
L’idea per il nostro primo tour del 2024 è quella di raggiungere il confine canadese restando il più possibile sulla costa atlantica. Dove effettivamente arriveremo non lo sappiamo, speriamo molto a Nord rispetto al punto di partenza, non facciamo programmi per scaramanzia. Conosciamo solo la data limite, il 10 giugno quando arriverà a casa il nostro grande amico di scalata Alberto che è iscritto alla Ultra Trail Gaspesia e quindi dovremo organizzare l’accoglienza con conigliette e limousine come da lui richiesto.

Da dopodomani si comincia a pedalare.

Come è piccolina la Madame

4 aprile – Marathon, FL

Ieri pomeriggio, dopo una fila di mezz’ora abbiamo fatto la foto d’obbligo al punto più a Sud degli USA. Poi siamo passati vicino alla casa di Hemingway, molto carina, ma con una lunga fila per entrarvi, ci accontentiamo della vista del giardino e dei muri da fuori.

E si ricomincia…

Durante la notte nel campeggio con piazzola a bordo oceano, ci siamo beccati un bel temporale con un fulmine caduto non molto lontano da noi. Partenza con calma verso Nord lungo la unica e sola strada principale US1, a volte si esce dalla corsia di emergenza su una ciclabile che corre a lato e di qualità più o meno buona.

Per questa notte abbiamo trovato un motel vecchiotto, ma molto pulito, nessun campeggio accetta le tende. Prezzi da 4 stelle, ma bisogna accettarli visto il livello turistico della regione. Il tipo di clientela delle Keys non arriva in bicicletta ma atterra negli hangar della MILION AIR!

5 aprile – Key Largo, FL

Per fortuna siamo a livello del mare e la costa Est è completamente piatta, l’unica difficoltà è il vento che come al solito è sostenuto e contrario. I tre mesi di inverno dopo Cuba non hanno aiutato.

Uno dei tanti ponti delle Keys

La strada delle Keys è lunga all’incirca 200 km, domani torneremo “sul continente”. Cosa dire del posto? Carino, ma niente più visto dalla terra ferma, di sicuro è un’ altra cosa se visitato in barca o per chi adora la pesca. A bordo strada, nei giardini delle case e nei vari porticcioli di vedono enormi motoscafi e file di canne da pesca di tutte le dimensioni. Molto scenici alcuni scorci con l’acqua turchese, ma anche tanti vecchi ponti abbandonati o file di piloni elettrici in mezzo al mare. Vero che per certe amministrazioni il rispetto per l’ambiente non fa parte delle priorità, ma…

Il bagno è un opzione

6 aprile – Miami, FL

Al bivio della US 1 noi teniamo la destra e cominciamo a pedalare finalmente nel silenzio, siamo in un parco su una striscia di terra, ma il mare si vede raramente. Dopo una trentina di chilometri, piccola sosta snack e durante la pausa arriva un gruppo di una cinquantina di ciclisti latini accompagnati da un’auto apri strada ed un furgone scopa. Anche loro si fermano nella stessa piazzola e possiamo ammirare la fauna. Pinarello, Wilier, BMC… senza considerare i completini alla moda di Rapha e Maap, sembra di essere nella Via Monte Napoleone della bici.

Un nuovo amico a Islamorada

Si riparte, passiamo il cartello di uscita dalle Keys ed entriamo nell’area metropolitana di Miami. I quartieri sono piuttosto popolari, la lingua che sentiamo alle fermate d’autobus è lo spagnolo, ma noi seguendo il Dade Trail arriviamo velocemente in albergo evitando il traffico di questa città. La camera e molto spaziosa e per cena decidiamo di comprarci un buon pollo allo spiedo da consumare con un ottima birra IPA.

Da Trinidad a Varadero

27 dicembre – Trinidad

85 km

Come è normale che sia dopo un’intossicazione alimentare, una persona è svuotata anche di energia ed è così che la nostra jefa si trascina questa mattina. Lo stomaco funziona, ma la benzina è molto poca; aggiungi la temperatura che supera abbondantemente i 30°, l’umidità da sauna, la pressione bassa ed il suo deragliatore anteriore che provoca problemi. La Princess è in piena forma ed il vecchio la segue scaricando un po’ le borse della consorte.

Il leitmotiv della giornata è pedalare lentamente e fare brevi pause con caramelle ad ogni salitella; nel pomeriggio i tre impavidi Italianos de Canadà arrivano a destinazione. I panorami sono piuttosto simili a quelli della tappa precedente, con qualche coltivazione di ortaggi, dei bananeti e, verso la fine, in riva al mare, qualche caletta da classica cartolina caraibica.

All’ingresso della città di TRINIDAD un gruppo di giovani “sgasa” con le proprie moto, evidentemente la carenza di benzina è solo per i comuni mortali. La conferma al ristorante di questa sera dove vediamo tavoli di giovani con smartphone doppio schermo, smartwatch e collanone d’oro. Sicuramente, non sono figli di ingegneri che sbucciano banane o infermiere specializzate che puliscono camere per turisti. Come disse qualcuno: Il capitalismo è lo sfruttamento dell’uomo da parte dell’uomo; il comunismo è l’esatto contrario. Pedalando su quest’isola e parlando con il suo popolo così istruito e così povero non possiamo fare altro che confermare questa osservazione.

28 dicembre – Trinidad

La giornata è dedicata alla visita cittadina, c’è la tradizionale piazza centrale con una vecchia chiesa, circondata da bei palazzi ristrutturati nei quali si intravedono mobili e lampadari d’epoca, un ricordo delle ricche famiglie che gestivano le coltivazioni di canna da zucchero e gli arrivi degli schiavi, ma che scappando dall’isola hanno abbandonato tutto. Le strade acciottolate con un susseguirsi di case a un piano dai colori sgargianti ed il tutto in cattivo stato. Su proposta di Sorab e Farah andiamo al Parque El Cubano; io, Manuela e Sorab restiamo al ristorante a ciacolare, mentre Lucrezia e Farah decidono di fare la camminata alla cascata. Durante l’attesa, inizia un temporale di stile monsonico che renderà la strada sterrata un pantano riempiendo di fango noi e le nostre bici (impossibile trovare una canna dell’acqua ed un debito adeguato…). Seconda serata con pizza, anche per chi ama i cibi esotici un sapore famigliare aiuta dopo 48 ore difficili.

Domani nuova tappa e dopodomani meteo non a nostro favore…

29 dicembre – Sancti Spiritus

70 km

La jefa si è perfettamente ripresa ed oggi pedala come ha sempre fatto. Attraversiamo la Valle de Los Ingenios, zona iscritta nel Patrimonio dell’UNESCO, una volta centro economico per la produzione della canna da zucchero grazie al lavoro di centinaia di schiavi. Superiamo paesini e paesotti, bananeti, “cipolleti”, gente a piedi, a cavallo, sul carretto, in autostop o in attesa del bus o di un passaggio dal primo mezzo che li carica in cambio di qualche pesos.

La proprietaria della casa di ieri ci ha detto che era contabile ed ora affitta camere per pagare l’università a suo figlio Manuelito, specializzando in ortopedia che stasera sarà di guardia guadagnando 0,40 € in più sul suo magnifico stipendio di 20 € al mese dei quali la metà partono per l’affitto. Come già ci ha detto qualcuno, i giovani restano a vivere con i genitori ed i nonni perché non possono permettersi altro. La considerazione costante è che il popolo cubano è cordiale, simpatico ed accogliente, ma…

Oggi primo incontro con un cicloturista, un giovane spagnolo che viaggia da solo e che è diretto alla spiaggia di Cayo Coco.

L’ingresso in città non è dei migliori, una serie di strade una più sporca dell’altra fino alla piazza centrale anche questa in parte ristrutturata. Alloggiamo in un bel palazzo di inizio ‘900 con soffitti altissimi ed arredamento dell’epoca, sicuramente un regalo della rivoluzione castrista che sequestrava le grandi proprietà per dividerle e darle al popolo.

Sancti Spiritus

30 dicembre – Sancti Spiritus

Causa maltempo siamo bloccati in questa città un secondo giorno, riusciamo a passare un paio d’ore girando a piedi e poi rientriamo in camera. Fortunatamente, domani dovrebbe migliorare.

31 dicembre – Santa Clara

87 km

Siamo alla nostra settima tappa cubana, ce ne dovrebbero mancare ancora due o tre prima di ritornare a Varadero.  Oggi abbiamo superato i 500 km e siamo nella città del mausoleo di Che Guevara. La tappa è stata facile ed abbiamo osservato una costante delle cittadine cubane: all’entrata ed all’uscita dei paesi c’è sempre una discarica.

Ultima uscita in bici dell’anno, per pochi chilometri non siamo riusciti a superare i 10.000. Ci riproveremo nel 2024!

1 gennaio – Santa Clara

Oggi, faremo un giro alla Plaza de la Revolución per vedere la statua del Che con varie dediche e dalla parte opposta grandi cartelloni con slogan propagandistici.

Non potendo visitare il mausoleo, chiuso per festività, andiamo in direzione del treno blindato. Qui si possono vedere alcuni dei vagoni presi dai barbudos, guidati da Che Guevara, con una brevissima battaglia ricordata con enfasi dalla guida che ci apre i vagoni per farci visitare l’interno. Café al Café museo de la Revolución e poi ritorno a casa.

Il treno blindato

Un’osservazione che si può fare dopo aver girato un bel po’ dell’isola, è che abbiamo visto alcune scritte che ineggiavano Fidel, ma un’infinità in ricordo del guerrillero heroico.

2 gennaio – Colon

112 km

Oggi è il compleanno di Manuela. Avevo chiesto al nostro padrone di casa una brioscina alla cannella con una candelina ed invece si è presentato con una vera torta. Emozione della nostra jefa e partenza per quella che dovrebbe essere la tappa più lunga del viaggio. La campagna è leggermente diversa da quella attraversata fino ad oggi, vediamo qualche terreno coltivato e delle vacche al pascolo, ma ogni volta che attraversiamo un paesino, discarica all’entrata e discarica all’uscita.

Verso Colon

Arriviamo a COLON, città di passaggio, troviamo uno solo dei cinque hostal presenti su Osmand, gMaps e Maps.me. Una volta installati, andiamo in perlustrazione per il posto in cui cenare, troviamo un solo posto aperto. Quando chiedo a che ora chiudono, la risposta è: Abbiamo 30 pizze, quando saranno finite andiamo a casa.🤦 Nonostante siano solo le 17:30, ci fermiamo per mangiare le pizze 30, 29 e 28 + la pizza 27 per il pranzo di domani!

3 gennaio – Varadero

76 km

L’hostal di ieri sera era piuttosto di base, diciamo che quando le lenzuola sono pulite e non ci sono ospiti indesiderati, tutto fa brodo. Come diceva il nostro amico nepalese Pukar: quando hai gli occhi chiusi, un cinque stelle ed una guesthouse sono uguali!

Andiamo alla panadería, per del pane fresco, ma senza tessera annonaria non possiamo comprare il pane che, per fortuna, troviamo in un negozietto vicino. Chiediamo acqua calda all’hostal, ma mi accorgo che non è stata fatta bollire, quindi la butto nel lavandino.

Si parte per l’ultima tappa, solita campagna, solito tutto, qualche paesino, pausa pranzo nella piazza di CÁRDENAS e nel primo pomeriggio siamo a VARADERO. Il primo viaggio in bici della nostra Princess è terminato in maniera eccellente, 700 km.

Il nostro itinerario

La morale della favola

Le cose positive dell’avventura cubana sono sicuramente: la cordialità di questo popolo, le strade con poco traffico e le pause spiaggia. Le cose negative: la monotonia del paesaggio e la situazione socio-politica.

Da Playa Larga a Cienfuegos

23 dicembre – Playa Larga

I nostri ospiti di Villa Kawa sono a casa loro in Francia e veniamo alloggiati nella casa vicina. Sembra sia normale dire sempre sì ai clienti in cerca di una camera ed in mancanza di posto, si passa la prenotazione all’amico. Maria Elena è una signora gentilissima che ci coccola durante i due giorni che passiamo da lei. La colazione la facciamo a Villa Kawa, ci serve un giovane ingegnere informatico che invece di programmare computer, sbuccia banane e rifà i letti. Non per scelta ma per bisogno. Chi è operaio nel turismo guadagna più di un ingegnere o di un medico.

Giornata oziosa sulla spiaggia, un cocco fresco da bere ed uno più maturo da mangiare. Come sempre ceniamo in un paladar, scambiamo quattro parole con un altro turista che ci chiede se siamo italiani e di dove. Rispondiamo “Vicino a Milano”, la sua controbattuta è: “Sono stato spesso in Italia, ho cantato in un festival lirico di Chiari in provincia di Brescia”. E allora? Direte voi miei cari piccoli lettori, la cosa particolare è che questo signore, cantante lirico indiano-newyorkese, ha cantato nella cittadina in cui vive la nostra famiglia ed è un caro amico della mia oculista, cara amica della sorella di Manuela.

24 dicembre – Playa Girón

35 (179)

Baci e abbracci con la zia Maria Elena proprietaria della casa particular in cui siamo stati due notti. La signora ci ha offerto un servizio 5 stelle e ci ha dato l’indirizzo per PLAYA GIRÓN dove dormiremo questa notte. Arriviamo velocemente in paese e lasciate le bici alla casa de Coralia y Carlos andiamo a visitare il museo dedicato al tentativo americano di riprendersi Cuba con la fallita invasione della Baia dei porci. Linguaggio del video-racconto molto propagandistico, ma i fatti storici non sono a favore dello yankee.

Casa particular María Elena

Ci siamo dati appuntamento al museo con Sorab e la sua amica Farah per poi cenare insieme, se riusciremo ci incontreremo ancora a CIENFUEGOS prossima destinazione comune.

25 dicembre – Cienfuegos

80 (259)

Problemi di stomaco per qualcuno, di bici non molto adatta ai viaggi per altri, comunque dopo aver avuto un’eccellente ospitalità alla casa di Coralia y Carlos, mangiato un’abbondante colazione, lasciamo il pueblo e cominciamo a pedalare. Giornata piatta sia di strada che di panorama, zone paludose, con palme da cocco o banane, intervallate  da piccoli gruppi di case. I cubani che incrociamo salutano sempre, un bel popolo estremamente cordiale.

Ovunque il guardo giro…

Arrivati in città alloggiamo all‘hostal Amanecer, bel posto gestito da un medico specialista che guadagna di più con il B&B che con la sua professione. Un altro dei cubani che vorrebbe fuggire. A cena ritroviamo i nostri due amici indiani Sorab e Farah.

26 dicembre – Cienfuegos

Secondo giorno difficile per Manuela, probabilmente una piccola intossicazione da cibo la fa penare anche durante la breve passeggiata turistica sotto la serie di portici della lunga via principale fino a Plaza José Martí (patrimonio UNESCO). Le porte e le finestre sempre aperte delle case permettono di sbirciare interni che testimoniano un passato fastoso, oggi i pochi cimeli sono tenuti insieme con lo scotch….e molto rum… Ritornati all’hostal, io e Lucrezia andiamo a PUNTA GORDA, bel paesaggio se non fosse per le petroliere nella baia.

Un dopocena movimentato, la jefa ormai fissa in bagno dovrebbe essersi liberata del nemico, domani si riparte in bici.

Da Varadero alla Baia dei Porci

17 dicembre – Varadero

Quello di ieri è stato il classico volo dei vacanzieri del Quebec che vanno “nel sud“, aereo pieno di gente chiassosa ed infanti piangenti; Varadero è la zona balneare più a buon mercato di tutta Cuba.
Per fortuna, appena le bici saranno pronte ce ne andremo per ritornarci fra tre settimane. Il top è stato all’atterraggio, come si usava tantissimi anni fa, tutti applaudono per la bravura del pilota che ci ha portati vivi a destinazione 🤦.
Oggi, piccola spesa al mercato locale, preparazione bici, un bel temporale estivo che ha fatto saltare la corrente e tutto pronto per domani.
Per strada passano ancora molti calessi, auto americane degli anni ’50 belle e lustre, a differenza dei catorci Lada che viaggiano tutti rattoppati.

18 dicembre – Casa particular a 13 km da SANTA CRUZ DEL NORTE

81 (81)

Desayuno vicino alla nostra c.p. e poi partenza destinazione SANTA CRUZ DEL NORTE.

Partenza da Varadero

30-40 km ed arriviamo a MATANZAS, città portuale. Sosta con bibita fuori dal teatro della piazza centrale. Per uscire dalla città, seguiamo l’itinerario che mi aveva dato un conoscente, ma un tizio ci dice che è meglio ritornare indietro e prendere la Via Blanca, 5 km buttati e si ricomincia. La stanchezza comincia a farsi sentire nelle gambe delle due signore, ma molto prima di arrivare a destinazione una signora ci acchiappa e ci propone la sua Casa particular, accettiamo con piacere ed avremo anche un ristorante a duecento metri da casa.

Stasera ci toccherà mangiare aragosta alla griglia, dato che appena entriamo al ristorante ci viene proposto un menù in cui tutti i piatti prevedono un’aragosta. Faremo lo sforzo… Ci accorgiamo che poco dopo si siedono vicino a noi dei cubani, ma il menù è ben diverso sicuramente anche i prezzi. Oggi abbiamo pedalato su una carretera a quattro corsie, ma il traffico era veramente misero, ci hanno detto a causa della carenza di benzina. La contraddizione è che abbiamo visto molti pozzi di estrazione, ma la qualità del petrolio è scarsa e non c’è la tecnologia per raffinarlo correttamente.

19 dicembre – La Habana

63 (144)

Oggi seconda tappa per arrivare nella capitale, sulla strada gente in carretto, in attesa del bus o che fa l’autostop.

Case de La Habana
La Bodeguita del medio
Un omaggio alla cultura italiana

Le cittadine che incrociamo sono desolanti, ma le persone sempre gentilissime. Durante una “pausa bibita”, per arrivare nella Vieja Habana ci viene consigliato di prendere il tunnel con un ciclobus che fa il servizio navetta a bici e moto. Scelta azzeccata anche perché il B&B Azul Habana (Habana 54) in cui dormiremo è a soli 500 m dalla fermata dell’autobus. Un bel posto in una classica via da cartolina della capitale, gente simpatica e disponibile pronta ad aiutarti per qualsiasi bisogno.

Prima di partire avevamo contattato il gruppo freewalkingtourhavana, dei giovani, preparatissimi, che gratuitamente illustrano La Habana Vieja o Central, due volte al giorno. Di cosa vivono? Delle mance dei turisti!Appuntamento alle 9:30 al Parque Central per un giro di tre ore e mezza, accompagnati dalla nostra guida Isora.
Visita interessante, istruttiva con spiegazioni varie sulla vita, l’economia e la storia della città.
Qualche domanda sulla rivoluzione e poi via nelle vie centrali: il bar di Hemingway, un palazzo storico con esposizione sponsorizzata dall’ambasciata italiana, un’università con all’esterno quattro statue di letterati del passato mondialmente conosciuti. Chi era uno dei quattro? Dante Alighieri!
Il giro continua, ovunque ti propongono qualche cosa da acquistare, ovunque ti chiedono se vuoi prendere un taxi.
Bella escursione, in una bella città, in parte ristrutturata, ma quasi ovunque in rovina causa… causa non pertinente con lo spirito del nostro blog.

21 dicembre La Habana

A seguito della carenza di cibo, vogliamo saltare un pezzo di strada scarsamente abitato, quindi andiamo alla stazione dei bus pedalando per verificare se si possono caricare le bici per Playa Larga. Facciamo la nostra lunga attesa ciacolando con due italiani. Bus pieno per i prossimi tre giorni e così per una spesa di pochissimo superiore arriveremo a destinazione con un taxi.

Prima di rientrare in centro, passiamo dalla famosa effige del Che a Plaza de la Revolución, foto d’obbligo e poi di nuovo al Parque per la visita guidata nella Habana Centro. Questa volta la nostra guida Patricia, una giovane laureata in lettere che guadagna meno di 20 $ al mese, ci parla un po’ della vita dei comuni mortali. Qui si usano le tessere annonarie che ti permettono di ricevere i beni di prima necessità come 5 uova al mese a persona, ma la carenza di cose banali come gli assorbenti (che lei non riceve da agosto) rende la vita difficile. Nonostante tutto, il sistema sanitario ed educativo sono abbastanza buoni, il sistema funziona, ma mancano le risorse. Terminiamo la visita all’hotel Nacional, uno schiaffo nei confronti della miseria che si può vedere nelle vicinanze (ma i clienti del Nacional vanno a piedi?). L’albergo, costruito negli anni 30, è stato il set per alcune scene de Il Padrino 2, ma anche di riunioni reali della mafia americana.

Il lussuoso Hotel Nacional

22 dicembre – Playa Larga

La sorpresa del mattino è che il nostro autista, con una scusa prova ad aumentare il prezzo di un bel 20%. Facendogli capire che ce ne andremo in bici e non con lui, accetta il prezzo pattuito.

In partenza per Playa Larga

Caricate le bici sul tetto, si parte su un vecchia Jeep. 170 km di autopista e poi pomeriggio di ozio su una spiaggia a 500 m dalla nostra casa particular.

Per dovere di cronaca, buona parte delle fotografie sono state scattate dalla nostra Princess

CUBA – Sulle strade del Che

16 dicembre 2023
Da Québec a Varadero

Non possiamo lamentarci, con questo siamo a cinque viaggi nel 2023 ed in più con noi c’è la nostra Princess che avrà il suo battesimo di cicloturista.

Tre scatole, due valigie, la casa particular prenotata, domani si ricomincia : Hasta la victoria siempre. Bicicleta o muerte. Come diceva un grande idealista.

Aeroporto di Quebec YQB